IL SUONO DELLE CAMPANE: LA VOCE DI DIO

Sembra quasi un rumore scontato al quale non prestiamo attenzione: è invece il suono di tutta una vita.

Come non ritornare con la mente ai giorni di chiusura totale, bloccati in casa, spaventati e pieni di angoscia: ma le campane suonavano.

Mi ricorda Peppone e don Camillo, tutti scappati per evitare l’alluvione che nel 1951 devastò il Polesine; tutti, tranne quel prete rimasto da solo al suo posto a celebrare la Messa da solo. Quei rintocchi la gente al riparo sugli argini li udiva e sapeva che il luogo della loro vita non era morto, ma sarebbero tornati per ricominciare.

Suonano per la festa e suonano per il dolore.

Oggi sono poche le campane che con i loro rintocchi danno il ritmo del tempo: ora, 1° quarto, 2° quarto, 3° quarto, ora.

Sino a pochi anni fa, le campane davano il senso al giorno; con la campana della prima Messa si iniziava il lavoro dei campi, la campana del mezzogiorno segnava la sosta, la campana del vespro, la fine di una giornata di lavoro.

I tempi dell’uomo coincidevano con i tempi di Dio!

Il pensiero va ai giorni del silenzio della Passione, ma poi l’esplosione di quel suono ci ricorda con gioia la resurrezione del Signore!

Anche il nostro Pio usava suonare una campanella legata all’albero vicino casa per chiamare i compagni e parlare loro di Gesù e Maria.

A Casale le campane hanno un suono particolare, originale e inconfondibile.

Ascoltiamolo, ci porta a casa!