Quindi, in Cristo obbediente e umiliato fino alla morte di Croce Dio ha espresso il suo amore incondizionato e infinito per l’uomo. Dio ama così; Dio si dona senza riserve per l’uomo. Dio ama l’uomo a tal punto che l’uomo stesso diventa, per la potenza della misericordia di Dio, l’oggetto dell’amore di Dio. Solo Dio scende realmente dalla sua condizione regale e onnipotente per farsi servo. Esaltare la croce vuol dire allora riconoscere che Dio si dona per amore dell’uomo. La croce è l’unità di misura dell’amore di Dio. Per questo la croce diventa il simbolo e il compendio della religione cristiana.
Il nostro San Paolo della Croce ha scoperto che la manifestazione più grande dell’amore di Dio è Gesù Crocifisso e diceva che la Passione di Gesù è la più grande e stupenda opera dell’amore di Dio. Egli ha dedicato tutta la sua vita alla contemplazione e all’annuncio di questo mistero. Contemplando le piaghe e il sangue di Cristo, scopre il valore delle anime, che sono costate il sangue del nostro Salvatore e quindi l’urgenza dell’apostolato per procurare la loro salvezza e non rendere inutile il suo sangue.
Allora, contemplando la croce noi tutti dobbiamo sentirci amati e sperimentare nel cuore tanta gioia e tanta pace.
La croce di Cristo è anche la “buona notizia” per il mondo, quella che illumina tutte le altre, quella che importa veramente. Gesù Cristo sulla Croce ha versato il suo sangue per liberare l’umanità dalla schiavitù del peccato e della morte. Perciò la Croce da segno di maledizione si è trasformata in segno di benedizione, da simbolo di morte in simbolo d’Amore che vince l’odio e genera la vita immortale.
Fermiamoci allora in silenzio dinanzi al Crocifisso e aspettiamo che ci parli. Gesù ci dirà quanto ci ha amati.
C’è però una risposta che dobbiamo dare davanti a tanto amore. Mentre lo ringraziamo per averci amato così tanto, promettiamogli il nostro amore e la nostra riconoscenza non tanto a parole ma con la nostra vita.