Se abbiamo potuto imparare qualcosa in tutto questo tempo è che nessuno si salva da solo. Le frontiere cadono, i muri crollano e tutti i discorsi integralisti si dissolvono dinanzi a una presenza quasi impercettibile che manifesta la fragilità di cui siamo fatti. La Pasqua ci convoca e c’invita a fare memoria di quest’altra presenza discreta e rispettosa, generosa e riconciliatrice, capace di non rompere la canna incrinata né di spegnere lo stoppino che arde debolmente (cfr. Is 42, 2-3) per far pulsare la vita nuova che vuole donare a tutti noi. È il soffio dello Spirito che apre orizzonti, risveglia la creatività e ci rinnova in fraternità per dire presente (oppure eccomi) dinanzi all’enorme e improrogabile compito che ci aspetta. È urgente discernere e trovare il battito dello Spirito per dare impulso, insieme ad altri, a dinamiche che possano testimoniare e canalizzare la vita nuova che il Signore vuole generare in questo momento concreto della storia. Questo è il tempo favorevole del Signore, che ci chiede di non conformarci né accontentarci, e tanto meno di giustificarci con logiche sostitutive o palliative, che impediscono di sostenere l’impatto e le gravi conseguenze di ciò che stiamo vivendo. Questo è il tempo propizio per trovare il coraggio di una nuova immaginazione del possibile, con il realismo che solo il Vangelo può offrirci. Lo Spirito, che non si lascia rinchiudere né strumentalizzare con schemi, modalità e strutture fisse o caduche, ci propone di unirci al suo movimento capace di “fare nuove tutte le cose” (Ap 21, 5).
In questo tempo ci siamo resi conto dell’importanza “di unire tutta la famiglia umana nella ricerca di uno sviluppo sostenibile e integrale” (Lettera enciclica Laudato si’, 24 maggio 2015, n. 13). Ogni azione individuale non è un’azione isolata, nel bene o nel male. Ha conseguenze per gli altri, perché tutto è interconnesso nella nostra Casa comune; e se sono le autorità sanitarie a ordinare il confinamento in casa, è il popolo a renderlo possibile, consapevole della sua corresponsabilità per frenare la pandemia. «Un’emergenza come quella del Covid-19 si sconfigge anzitutto con gli anticorpi della solidarietà» (Pontificia Accademia per la Vita. Pandemia e fraternità universale, Nota sulla emergenza da Covid-19, marzo 2020, p. 4). Lezione che romperà tutto il fatalismo in cui ci eravamo immersi e ci permetterà di sentirci nuovamente artefici e protagonisti di una storia comune e, così, rispondere insieme a tanti mali che affliggono milioni di persone in tutto il mondo. Non possiamo permetterci di scrivere la storia presente e futura voltando le spalle alla sofferenza di tanti. È il Signore che ci domanderà di nuovo: “Dov’è tuo fratello” (Gn 4, 9) e, nella nostra capacità di risposta, possa rivelarsi l’anima dei nostri popoli, quel serbatoio di speranza, fede e carità in cui siamo stati generati e che, per tanto tempo, abbiamo anestetizzato e messo a tacere.