Sia il contesto della Lettera ai Romani sia la presentazione dell’Eucaristia e della Domenica, sono fondati sul mistero pasquale di Cristo.
L’Enciclica ecologica del Papa accenna, comunque, direttamente alla Croce, nella conclusione del capitolo secondo, che ha per soggetto «il Vangelo della creazione».
Verso la fine della sua argomentazione incontriamo questa affermazione fondamentale: «Il destino dell’intera creazione passa attraverso il mistero di Cristo»:
“Secondo la comprensione cristiana della realtà, il destino dell’intera creazione passa attraverso il mistero di Cristo, che è presente fin dall’origine: «Tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui» (Col 1,16).[80] Il prologo del Vangelo di Giovanni (1,1-18) mostra l’attività creatrice di Cristo come Parola divina (Logos). Ma questo prologo sorprende per la sua affermazione che questa Parola «si fece carne» (Gv 1,14). Una Persona della Trinità si è inserita nel cosmo creato, condividendone il destino fino alla croce. Dall’inizio del mondo, ma in modo particolare a partire dall’incarnazione, il mistero di Cristo opera in modo nascosto nell’insieme della realtà naturale, senza per questo ledere la sua autonomia.
Il Nuovo Testamento non solo ci parla del Gesù terreno e della sua relazione tanto concreta e amorevole con il mondo. Lo mostra anche risorto e glorioso, presente in tutto il creato con la sua signoria universale: «E’ piaciuto infatti a Dio che abiti in lui tutta la pienezza e che per mezzo di lui e in vista di lui siano riconciliate tutte le cose, avendo pacificato con il sangue della sua croce sia le cose che stanno sulla terra, sia quelle che stanno nei cieli»8. Questo ci proietta alla fine dei tempi, quando il Figlio consegnerà al Padre tutte le cose, così che «Dio sia tutto in tutti»9. In tal modo, le creature di questo mondo non ci si presentano più come una realtà meramente naturale, perché il Risorto le avvolge misteriosamente e le orienta a un destino di pienezza. Gli stessi fiori del campo e gli uccelli che Egli contemplò ammirato con i suoi occhi umani, ora sono pieni della sua presenza luminosa.”10
Sono sufficienti questi accenni per giustificare l’attenzione che la tradizione ebraico – cristiana ha sempre avuto per la custodia del creato, da cui Dio ha tratto l’uomo e in cui lo ha posto come custode, il rifiuto di ogni dualismo antropologico e la continua affermazione della partecipazione del cosmo alla sua stessa sorte.
Mi piace ricordare quanto Papa Francesco ha detto nella Via Crucis al Colosseo il 25 marzo 2016 nella stupenda Preghiera alla Croce, nei confronti dell’ecologia:”O Croce di Cristo, ti vediamo ancora oggi nei distruttori della nostra “casa comune” che con egoismo rovinano il futuro delle prossime generazioni”.
Un particolare commentatore, dopo aver letto diversi commenti sull’enciclica, riconosce che la Chiesa può molto per educare la gente sull’ecologia, deve solo essere più profetica nel suo annuncio: “Come pretendere che le persone accettino di buon grado i sacrifici necessari per salvare i propri discendenti ed il Pianeta? …. Il cuore della mistica cristiana è il tema del peccato e della redenzione. Questo sarebbe il principale insegnamento di Cristo che … ha immolato se stesso sulla Croce per riuscire a farcelo capire. …. Ora, cosa di meglio della mistica del peccato, della penitenza e della redenzione potrebbe aiutare i cristiani ad accettare questa realtà? Un passaggio fondamentale, credo, perché consentirebbe alle persone di cambiare il punto di vista, farsi una ragione delle proprie calamità ed elaborare risposte costruttive, entro i limiti del possibile… Ma soprattutto potrebbe aiutare chi viene travolto dagli eventi a non essere travolto anche dalla Disperazione e dall’Ira. Certo, qualcuno griderà all’ “Oppio dei popoli”, ma se così anche fosse, chi soffre davvero non disprezza gli analgesici.”11