Medjugorje 25 marzo 2013

Contemplate la sua passione e morte

Cari figli,
in questo tempo di grazia vi invito a prendere fra le mani la croce del mio amato Figlio Gesù e a contemplare la Sua passione e morte.
Le vostre sofferenze siano unite alla Sua sofferenza e l’amore vincerà, perché, Lui che è l’Amore, ha dato se stesso per amore per salvare ciascuno di voi.
Pregate, pregate, pregate affinché l’amore e la pace comincino a regnare nei vostri cuori.
Grazie per aver risposto alla mia chiamata.

Tra le varie forme di preghiera cristiana, la Madonna ce ne ricorda una, che è forse la più semplice, ma anche spesso la più dimenticata: la meditazione, la contemplazione, la preghiera degli occhi invece che delle labbra.
Ce ne indica i singoli passi da seguire, come un maestro che insegna ai propri discepoli; è stata la sua stessa preghiera quella di osservare e meditare.
Il primo passo che ci indica è di prendere il crocifisso tra le mani, e, fissare gli occhi su Gesù, esso è un vero libro di preghiere.
Il secondo passo è contemplare, meditare, ricordare come è stato possibile che sia avvenuto questo; immergersi nei suoi sentimenti e fare memoria di Gesù nel Getzemani, tradito, arrestato, farsi le domande: chi è che ha subito questo, chi era colui che ha subito tale castigo? Come hai vissuto quei momenti? Perché? E poi le ore sulla croce, cosa pensavi? Cosa provavi vedendo tua madre ai tuoi piedi? Pensavi ai tuoi apostoli, impauriti? Avevi premura anche per loro.
Il terzo passo, la mia vita entra nella passione di Gesù, con il crocifisso tra le mani sento che le mie umiliazioni ora hanno un altro significato, sento che lui le sta prendendo, ti offro quelle mie croci insieme alla tua sofferenza.
Qui, come dice Maria, arriva l’amore, si entra nella vera contemplazione, in quanto il pensiero lascia il posto all’amore, sento che anche le mie sofferenze ora sono un’offerta che gradisco consegnarla a lui, se non ci fossero, ora non saprei cosa dargli.
È la preghiera che ci fa uscire dal vuoto in cui la sofferenza sembra chiuderci, con la preghiera tutto ciò che è incomprensibile, riceve significato, quelle cose che mi pesano, che mi rendono agitata la vita, nella preghiera diventano legna da poter mettere nel fuoco affinché non si spenga.