Tra le preghiere a Maria più famose della nostra tradizione c’è quella del monaco cistercense Bernardo di Chiaravalle. Uomo devoto si volge a Maria con una fiducia incrollabile d’essere esaudito in ogni sua richiesta se questa fosse stata presentata per mezzo di Maria. Nel corso di questa pur breve preghiera emergono tre parti essenziali che seguono uno schema quasi narrativo, di certo frutto della meditazione e dell’esercizio delle tre potenze (o facoltà) dell’anima che emergono abbastanza chiaramente:
- Memoria, delle opere compiute da Maria ed in cui si è manifestata la grandezza (“Ricordati, o piissima…“);
- Intelletto, che assume la forma della consapevolezza di sé (“colpevole di tanti peccati mi prostro…“);
- Volontà, sebbene si possa facilmente confondere (in questo caso) col desiderio dell’orante (“benigna ascoltami…“) appare evidente il riferimento alla volontà divina (“non disprezzare la mia supplica…”).
Un testo che certamente in molti conosceranno, ma che altrettanto certamente non dispiacerà rileggere perché tra le pieghe dell’anima del santo, ciascuno ritrova anche se stesso, con bisogni ed esigenze, sebbene diversi, altrettanto vivaci e bisognosi dell’aiuto di Maria.