Guardare il Beato Pio nella sua urna, sembra che dorma con il suo delicato volto di giovane pulito. Il Signore lo ha preso in mezzo a noi. Nato a Trebbio di Poggio Berni il 29 aprile 1968, Dio gli ha dato la vocazione di offrire la sua giovane vita per la sua diletta Romagna e ora è il nostro Protettore e ci guida nella via del cielo.
Perché Pio pensa in grande per la Romagna?
Offrire la vita è una cosa grossa. Pensare alla terra che ci ha dato i nonni, i genitori, i fratelli e le sorelle, è pensare ad una pianta nobile dalle radici profonde. Queste radici lavorano nel cuore e nella mente di Pio. Sono la sua appartenenza, la sua carta d’identità, il suo sangue. Giovane che non cambierebbe con nessuno e con niente l’aria della sua casa, che anzi la sogna e la desidera più pura e salutare per tutti i romagnoli.
Non è questo quello che voleva esprimere Pio al termine della sua vita? Non è forse il desiderio di avere dei corregionali aperti al dono di Dio per avere una terra feconda e assolata, una gente laboriosa e gioiosa, con forti radici cristiane e di semplicità nella vita? Pio, che al termine della vita, avvenuto il 2 novembre 1889, vedeva tutto alla luce della sapienza della croce di Gesù, vola alto e si porta con sé questo lembo di terra per implorare dal Signore perenne conversione e vita cristiana.
Noi che siamo ancora quaggiù preghiamolo per la salute del corpo, per evitare malattie e perché ci liberi da quelle che abbiamo, ma preghiamo anche per lo spirito, per avere la capacità di rimanere fedeli al proprio impegno matrimoniale e alle proprie promesse fatte al buon Dio, per comportarci dignitosamente come battezzati e cristiani, per saper perdonare, per amare i poveri, per fare volontariato cristiano, e tante altre cose belle che Pio desidera da noi.
Fernando Taccone, passionista